C’è una musica che non cerca applausi, ma sguardi. Che non si impone, ma accompagna. “Ritratto” di Cristian Cicci Bagnoli appartiene a questa famiglia discreta e preziosa.
È un album che nasce da un’urgenza intima, ma che riesce a farsi esperienza condivisa grazie a una scrittura attenta e a una sensibilità che emerge in ogni dettaglio: dalla scelta dell’analogico alla cura delle dinamiche, dalla presenza dell’orchestra Rimini Classica fino al suono della chitarra che, più che virtuosismo, esprime racconto. Ogni traccia conserva una voce propria, ma tutte partecipano ad un disegno più ampio: quello di un artista che osserva il mondo da una prospettiva laterale, mai gridata, sempre profonda.
“Ritratto” è un disco che richiede attenzione, ma la ripaga con bellezza. È il risultato di una visione lucida, matura, e di una poetica musicale che preferisce il silenzio alle sovrastrutture, la sostanza al rumore.
Il titolo del disco “Ritratto” evoca qualcosa di intimo e profondo. Qual è l’immagine che hai voluto fissare con questo lavoro? Di chi o di cosa è il “ritratto”?
Ritratto è cosa sono oggi senza nascondermi da nessuno, vero e genuino! Una descrizione della mia personalità intima e musicale.
In che modo la tua esperienza di chitarrista ha influenzato la scrittura dell’album? La tecnica viene prima dell’ispirazione o è l’ispirazione che chiede alla tecnica di seguirla?
Quando compongo penso alla musica cercando di fare arrivare alle persone cosa penso e cosa voglio trasmettere. La tecnica mi tiene in allenamento… ma penso di più al suono e al tocco.
Ogni brano sembra avere una funzione precisa nel percorso dell’ascolto. Hai pensato la tracklist come un racconto con una struttura narrativa o il fluire dei pezzi è stato più istintivo?
Ho pensato a lungo alla disposizione dei brani. Quindi credo che ci sia un filo conduttore. Lo vedo come un film, una colonna sonora.
In “Ritratto” convivono momenti di energia (come in Funky Mission) e altri più contemplativi (Ninna, New Life). Quanto contano per te il contrasto e l’alternanza emotiva in musica?
Tantissimo! Ogni brano racconta qualcosa, quindi credo sia giusto avere sonorità e paesaggi diversi.
Oggi pubblicare un disco strumentale, curato nei minimi dettagli, è una scelta quasi controcorrente. Come vivi il rapporto tra la tua visione artistica e il panorama musicale attuale?
Sono ovviamente CONTROCORRENTE! Non mi ci vedo nel mondo attuale musicale, proprio non mi ci ritrovo. È per questo che procedo per la mia strada senza vendermi allo schifo usa e getta! Sono un musicista di NICCHIA che crede in quello che fa! Le soddisfazioni se vuoi arrivano ed io sono felice del mio percorso.