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Ballata per un amico, l’omaggio a Ernesto Assante

Ieri sera (2 Giugno) all’Auditorium Parco Della Musica di Roma, si è tenuta una serata speciale per ricordare uno dei grandi giornalisti musicali italiani italiani scomparso lo scorso 26 Febbraio: Ernesto Assante.

Non è stato semplice trattenere le lacrime nel rivedere le immagini di Ernesto sul grande schermo della cavea.

La serata, è stata anche l’occasione per raccogliere fondi da devolvere all’Avis, lui era un donatore e sosteneva questa associazione da moltissimi anni.

A rompere il ghiaccio infatti, insieme a Gino Castaldo c’erano il direttore di Musica Per Roma e quello di Avis.

Sul palco, chiamati dall’amico fraterno, si sono alternati molti ospiti che hanno conosciuto bene Assante..

Ognuno di loro ha portato il suo ricordo, e molti aneddoti legati alla loro amicizia.

Un’emozionatissimo Gino Castaldo ha dato il via alla serata ricordando i tempi in cui giravano l’Italia e non solo, con le loro lezioni di rock.

My Generation suonata dalla band di Mark Hanna ha aperto ufficialmente l’evento.

La prima ad esibirsi sul palco è stata Noemi, che ha cantato la che presentò a Sanremo nel 2012 intitolata Sono Solo Parole.

Lei è stato spesso ospite della trasmissione web notte che Gino e Ernesto conducevano su Repubblica TV e che andava in contemporanea anche su Radio Capital.

Poi è stata la volta di Alex Britti, anche lui grande frequentatore del salotto di Repubblica, con la band ha regalato ai presenti la sua Gelido.

Come capitava sempre quando era loro ospite nel programma, Gino gli ha chiesto di fare una quarantina di secondi di blues improvvisato e Alex non si è tirato indietro (nonostante alcuni problemi tecnici).

Poi è stata la volta di Carlo Verdone, che ha raccontato dei viaggi fatti con Ernesto in giro per l’Europa per andare a vedere concerti.

Tra il comico e il drammatico, la volta in cui dovevano andare in Germania a vedere Joe Bonamassa.

Arrivati all’imbarco l’inserviente si accorse che la carta d’identità di Ernesto era scaduta, panico assoluto perché lui doveva andare a fare la recensione per il giornale con tanto di riprese e di coinvolgimento dello stesso Verdone.

Alla fine grazie ad un inserviente dell’aeroporto, andò al Comune di Fiumicino a rinnovare la carta d’identità mentre Verdone partiva per la Germania.

Preso il volo nel pomeriggio, arrivò giusto in tempo per l’inizio del concerto e la recensione fu salva.

Altro aneddoto legato a quando andarono a vedere in Inghilterra i Verve.

Per tutto il concerto Ernesto aveva preso appunti, poi mentre stavano uscendo e la band stava facendo il bis, dall’alto gli cadde sul taccuino della birra che cancellò tutto quello che aveva scritto.

I due passarono il resto della serata e della notte a ricostruire quello che era successo canzone dopo canzone.

A legarli oltre ad una grande amicizia, una passione comune, quella per i Beatles che Carlo Verdone aveva visto grazie a suo padre al Teatro Adriano di Roma nel 1965.

Sul palco è arrivato poi anche Niccolò Fabi, che ha ricordato la sincerità e soprattutto l’umiltà di Assante.

Quello che traspariva dai racconti di tutti i presenti, era la grande disponibilità di Ernesto, c’era sempre in qualsiasi momento ed era una persona molto positiva.

Bello ed emozionante anche il video di una delle prime puntate di web notte girato tra i tavoli della redazione del giornale, in quell’occasione c’era Pino Daniele che cantò Quando.

Pino ci aveva anche provato a chiedere se c’era qualche effetto per la voce, ma la risposta emblematica di Gino ed Ernesto fu: “questo è quello che abbiamo e con questo ci dobbiamo arrangiare”.

A seguire sono arrivati Rita Marcotulli, che ha suonato Lady Madonna dei Beatles al pianoforte, Luca Barbarossa, Neri Marcorè e Gegè Telesforo.

Poi è stata la volta del principe Francesco De Gregori, due le canzoni che ha cantato.

La Leva Calcistica Della Classe ‘68 e Sempre E Per Sempre, questa perfetta per l’occasione.

La lunga serata è poi continuata con un monologo di Peppe Servillo basato su On The Road di Kerouak.

Poi è stata la volta di Manuel Agnelli, che scherzando con Gino ha detto: “certo mi fai arrivare dopo Francesco De Gregori…”.

Anche lui ha omaggiato i Beatles cantando e suonando al pianoforte The Long And Winding Road.

Dopo di lui è arrivato Stefano Di Battista che con il suo clarinetto si è esibito insieme alla band di Mark Hanna in Attenti Al Lupo di Lucio Dalla.

Proprio Gino con Ernesto, non molto tempo fa, avevano scritto a quattro mani un libro sul cantautore bolognese.

Ernesto per molto tempo, aveva provato a far cantare a Elena Sofia Ricci una canzone di Fabrizio De André, La Guerra Di Piero.

Anche lei è salita sul palco ieri sera ma quella canzone non l’ha cantata, l’ha interpretata alla perfezione facendo venire i brividi a tutti i presenti.

Tra i tanti ospiti che si sono alternati sul palco, è stata poi la volta di Luca De Gennaro che con Ernesto ha condiviso anche la radio, non solo mamma Rai ma anche Radio Capital.

A questo punto la scaletta era già slittata di almeno 30 minuti, e mancavano ancora molti ospiti.

Tra i grandi amici di Ernesto Assante, c’era anche Tosca che si è esibita con la sua band.

A seguire poi è arrivato anche Motta, che ha ricordato i tanti consigli ricevuti da Ernesto e Gino ad inizio carriera.

Per il gran finale Raiz (storico membro degli Almamegretta), ha cantato due canzoni di Pino Daniele con la Gigi De Rienzo Band che verranno pubblicate prossimamente.

A questo punto sono arrivati i ringraziamenti di Gino Castaldo e il gran finale affidato a Tosca che ha cantato una delle canzoni preferite in assoluto da Ernesto, Piazza Grande di Lucio Dalla.

La chiusura ufficiale della serata però è stata affidata alla canzone che chiudeva tutte le puntate di web notte, il capolavoro di Robert Johnson Sweet Home Chicago.

È stata una serata da brividi, per questo dobbiamo dire grazie a Gino Castaldo e a chi con lui l’ha organizzata, La Repubblica e Musica Per Roma.

Un grazie speciale però, va a Ernesto Assante, una persona vera è sempre disponibile, che non negava mai un sorriso e un consiglio.

Caro Ernesto, tutto questo ci manca e ci mancherà parecchio.

 

 

 

 

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