Silvia Conti: in scena a passo di blues Alessio Primio Mag 6, 2020 INTERVISTE A passo di blues il ritorno in scena della cantautrice Silvia Conti che anticipa il nuovo disco con un singolo che, di primo acchito, non lascia spazio ad altre interpretazioni. Un “vecchio blues”, nei modi di suonare, in quelli di cantare e anche in quel certo gusto riversato sulle scelte estetiche del video ufficiale. E quando si parla di “vecchio blues” e si citano parole come diavolo e incrocio direi che la storia è una ed una soltanto. Ma dietro questo quadro ampiamente famoso, la lirica della Conti svela una chiave di lettura che in fondo potremmo farla nostra, nella vita di tutti i giorni, nelle scelte e nelle ambizioni… umane e non materiali. “L’incrocio del Diavolo” è una canzone morbida, una ballad che fa bene al cuore. Noi qui si parla di rock. Ma non tanto di quel rock di genere quanto più del rock che si ha dentro, di quel certo modo di vivere la musica. Chiarito questo: quanto “rock” c’è dentro la vita di questo nuovo brano? Ce n’è tantissimo e lo puoi sentire e vedere. In fondo io sono quella che si può tranquillamente definire una figlia del rock essendo cresciuta negli e con gli anni ’70 nel cuore e nella testa. Che poi il blues, che è la chiave di lettura portante, era in qualche modo il “rock” dei neri d’America… non trovi? Certamente, tutto nasce dal Blues. Anche il rock ne è una conseguenza naturale; si può affermare senza tema di smentita che è dal Blues che tutto ha avuto origine, dalla musica popolare al movimento hippie, passando dalla musica rock che ne è stata il tramite. E’ la meraviglia della musica: un’evoluzione continua e costante, sempre diversa e sempre uguale nello stesso momento. Perché una cantautrice toscana del 2020, affascinata dai “piedi nudi” e da quel certo gusto bohémien per la canzone d’autore si lascia affascinare da uno stile così “antico” e distante dall’Italia di oggi? Ti sei risposto da solo, perché sono una “bohémien”! A parte gli scherzi, in realtà forse è perché non ascolto molta musica italiana, il mio genere continua ad essere la musica di oltreoceano e ti assicuro che lì il blues non è affatto fuori moda, anzi. Ultimamente poi c’è un ritorno e una riscoperta molto forte. Fortunatamente, aggiungo io. A proposito di “piedi nudi”: quel bel disco che sanciva il tuo “ritorno” discografico si concedeva – se non ricordo male – con una bella fotografia ai Beatles. E non solo per l’omaggio in canzone ma anche per molti particolari nella scrittura. In questo brano sembrano “sparire”… che fine hanno fatto i “Beatles” di Silvia Conti? Innanzitutto voglio assicurarti che i Beatles non spariranno mai dalla mia vita essendo loro parte fondante della mia cultura musicale (e non solo della mia, ovviamente); i Beatles ci sono eccome in questo nuovo pezzo, sono stati anche loro che hanno riportato il Blues allo splendore degli inizi,che lo hanno rinnovato, reinterpretato e fatto conoscere a quelle che in quegli anni erano le nuove generazioni. Sono stati i Beatles il ponte tra il passato e il presente, e ancora lo sono. Non si può prescindere da loro. La nudità (che torna anche in foto) sembra un messaggio importante per te. Perché? Cosa rappresenta? Perché essere nudi significa essere liberi e veri. Non ci sono sovrastrutture, non ci sono messaggi fuorvianti, sei tu e basta. In fondo era questo il messaggio della cultura hippie alla quale, forse anacronisticamente come in tanti mi continuano a dire, sono così fortemente legata. Per me la nudità è sinonimo di sincerità, la volgarità è solo nelle intenzioni, non nel corpo. Comments comments