Santino Cardamone: la canzone d’autore di legno Alessio Primio Gen 15, 2018 INTERVISTE Una canzone meno “popolare” e più ispirata, una matrice di poesia e di quel gusto d’autore che segna la maturità di Santino Cardamone che oggi ci racconta questo nuovo lavoro dal titolo “Mondocervello” registrato e mixato da Andrea Rovacchi e pubblicato da Manita Dischi. Da X-Factor ad un pop sicuramente più main stream come la bellissima “Amsterdam” che tutti ricordiamo, oggi Cardamone si presenta in una veste più acqua e sapone cercando di restituire più verità al suo linguaggio musicale. Sono 12 nuove scritture una sorpresa finale… ed il “legno” non troppo metaforico resta comunque un segno indelebile nel suo pellegrinaggio da cantautore. Al Santino Cardamone di “Amsterdam” oggi c’è quello di “Jambo” e “Irene”. Qualcuno pensa sia cambiata tanto la rotta. Io trovo invece molta coerenza. Tu che rispondi? Non è assolutamente cambiato nulla, sono sempre lo stesso, sicuramente le canzoni del disco nuovo sono più mature rispetto a quelle precedenti. E la coppola? Cambiamento di immagine voluto o semplice pretesto casuale che noi usiamo per fare chiacchiere? La coppola mi dava un aria troppo da musica popolare, è stato un cambiamento così molto naturale e sono sempre legato a questo tipo di cappello. Leggendo la tua biografia, al tuo “rapporto professionale con il legno”… se ti dicessi che la tua musica mi restituisce molto l’immaginario del legno? Pensi che sia un banale condizionamento il mio? Diciamo che io con il lavoro che faccio di legno ne so abbastanza perché insegno tecnologia del legno al Pacinotti di Bologna. Dal punto di vista musicale, sicuramente il legno è un protagonista importante, perché la maggior parte delle canzoni sono suonate con strumenti acustici contrabasso, chitarre, tamburelli ecc… infatti il titolo del disco inizialmente doveva essere “canzoni di legno”. Immagine e scena: ma oggi quanto conta essere e quanto apparire? Tantissimo, apparire in qualsiasi scena è importante per far vedere le proprie qualità. Io grazie alla tv ho avuto questa occasione che sto cercando di valorizzare ogni giorno. Ma lo possiamo dire che questo nuovo disco non ha 12 tracce? Il disco ha una ghost-track che si chiama “Nei pub di Dublino”. La canzone vanta la collaborazione con Fabio Curto e il mio batterista Francesco Praino. Mi piaceva l’idea di cantarla con più voci diverse per assomigliare vagamente ai tipici cori celtico-irlandesi… e cosi è stato. Comments comments