Rejecto: la bella canzone di denuncia Alessio Primio Giu 7, 2021 INTERVISTE Sinceramente provo una grande emozione nell’incontrare dischi che, sposando l’era digitale e i suoi nuovi “non” confini, torna ad una delle grandi origini della canzone e delle sue ragion d’essere: la protesta, la denuncia, la società. Rejecto è il moniker di una voce decisamente fuori dal coro che fa il suo esordio con un lavoro dal titolo “Prima durante… e dopo?”, disco di rap, hip hop, di urban digitale, disco dai toni americani… ma soprattutto un bellissimo disco che denuncia la società in cui viviamo. E poi sa farlo con gusto incisivo… e tutto questo per noi è decisamente “rock”. Ad ognuno di noi l’ardua sentenza di condividere, sposare o condannare le sue ragioni. Di certo è che, più si ascolta e meno si ha margine per controbattere. Personalmente ho trovato questo disco salvifico sotto molti punti di vista. Peccato che l’interesse globale sia manovrato verso la superficialità estetica del vacuo… Noi parliamo di rock inteso più sul come si pensa alla musica che più sul come la musica la si fa. Insomma è rock il modo di essere… e detto questo, questo disco lo trovo decisamente “rock”. Cosa ne pensi? Adriano celentano, trenta anni fa diceva frasi del genere: sei rock! È molto rock! Anche se stava parlando di un’opera di Fontana o di un scotch wisky. Non penso che sia un disco rock, penso che sia un disco di musica elettronica dove c’è un disgraziato che fa un rap sghembo e grida allarme allarme. Perché questo logo? Perché il bianco di fondo? Io non penso che le cose siano casuali… Ho giocato con il logo, che si rifà ad un simbolo alchemico: un triangolo con una linea che lo divide all’altezza della sezione aurea, rappresenta “l’aria”. Visto che l’aria nel periodo dello scoppio della pandemia era spacciata per elemento nocivo e invece è il motivo per cui siamo vivi su questa terra, Rejecto ha tolto la linea ed ha inserito il proprio nome. Un’altra spiegazione è che un triangolo con una linea alla base, in uno stereo musicale rappresenta “Eject”. Cronaca di una morte annunciata… il bianco e l’insieme di tutti i colori il nero l’assenza, assieme sono il conflitto, il dramma, il contrasto, il clash! Col senno di poi cosa cambieresti di questo disco? Visto che ho iniziato a produrre musica, testi e video, prima dello scoppio della pandemia: cambierei il disco per un volo intercontinentale di sola andata! E ad oggi pensi abbia ricevuto quel che meritava? Ovviamente no… ma questo lo penso io… Certo non l’ho realizzato per diventare ricco, non sono mica uno che pensa cose tipo: “diventa ricco o muori provandoci”, che cazzata! Volevo solo comunicare ma sono una voce fuori dal coro… Comments comments