“Ma quanto ci era mancato tutto questo?”
Questa frase pronunciata da Francesco Motta nel suo saluto al pubblico dell’Urban live club è un po’ il mantra, riguardo ai concerti live, di questa primavera 2022 e sintetizza perfettamente le emozioni regalateci dal ritorno della “normalità” della presenza al completo (condizione vitale nel caso dei club, che, per loro natura, hanno capienze piuttosto ridotte): l’energia del pubblico e la sua risonanza con quella degli artisti sul palco (finalmente senza quel velo di malinconia trasmesso dagli spazi vuoti) e quella sensazione di umanità data dal calore e dal contatto tra corpi. Tutto questo Motta deve averlo percepito in maniera distinta, sapendolo utilizzare e restituire al meglio, perché l’impatto del cantautore pisano sul pubblico di Perugia è stato travolgente, una vera ondata di energia primordiale e incontenibile, forse proprio perché a lungo compressa.
Proviamo a raccontarvelo (o, se c’eravate, a farvelo rivivere) con queste immagini.

Scaletta:
Prenditi quello che vuoi
Del tempo che passa la felicità
E poi finisco per amarti
Quello che siamo diventati
Semplice
Prima o poi ci passerà
Quello che non so di te
Sei bella davvero
Via della luce
A te
Abbiamo vinto un’altre guerra
Chissà dove sarai
Fango
La nostra ultima canzone
– – –
La fine dei vent’anni
Se continuiamo a correre
Ed è quasi come essere felice
– – –
Roma stasera
Quando guardiamo una rosa

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