Beppe Palomba torna in scena come cantautore. Ecco il suo nuovo disco: si intitola “Il piano B” ed è il secondo della sua carriera iniziata nel 1972 con “a Rosa, a Giovanna, e alle altre…”. Di quel disco ritroviamo brani celebri oggi in nuova veste come “A Rosa” o “Il guardiano della valle” – brani che poi vennero ripresi anche nel bellissimo lavoro omonimo de “Il buon vecchio Charlie”. E dire che il nostro Palomba nel corso di questi anni è stato anche critico teatrale, autore e conduttore radiofonico e tanto altro…oggi la curiosità di sapere cosa spinge un uomo di tanta esperienza a tornare in scena ma soprattutto con quanta contaminazione il gusto si è formato per arrivare a disegnare un disco di pregiata canzone d’autore. Lo chiediamo direttamente a Beppe Palomba:

Un disco maturo come si legge da più parti. Un disco denso di grande tradizione discografica. Come hai diretto e scelto la veste artistica di questo lavoro?
Ho chiuso gli occhi e ho lasciato fare alla musica… mi sono lasciato dirigere dalla natura dei brani, senza preoccuparmi di unificare eccessivamente l’approccio, cercando anzi di evitare appiattimenti stilistici, adoperando chiavi di lettura diverse brano per brano.

Elettronica: ne hai fatto un uso “moderato”. Anche questo ingrediente: come lo hai dosato?
Una scelta obbligata quella di sperimentare con sintetizzatori e sequencer, ho cercato solo di adoperare questi magnifici strumenti senza lasciarmi condizionare, sforzandomi di non farmi prendere la mano e spero di esserci riuscito.

Beppe Palomba e Luigi Piergiovanni: che incontro è stato? Chi ha cercato chi?
Luigi è una persona straordinaria, un autentico amante della musica di qualità. Mi è stato presentato da un amico comune, Carlo Basile, una vecchia volpe dell’ambiente discografico. Ci siamo scelti, e ne sono lusingato.

E restando in tema: tornare a vestire i panni di artista, in che modo è nata questa decisione?
Un’esigenza vera, la voglia di raccontare e insieme di sentire ancora il pubblico, poi non si smette mai di essere musicisti, non puoi mi diventare un ex…

“Il piano B”: un consiglio per tutti o una necessità?
Una necessità vera, e non solo per me. Credo che ciascuno di noi abbia bisogno di tenere pronta una via di fuga, un modo per ritrovarsi, un’alternativa a un mondo che non ci piace. In definitiva, un bel Piano B!

Di questo disco, dicci la verità: da quale brano è partito il tutto? Quale brano rappresenta a pieno Beppe Palomba oggi?
In questo disco di autobiografico c’è veramente poco, come dico spesso sono un cantastorie, più che un cantautore classico. Ma parlo di me e del mio rapporto con la musica in “Brucia l’Amore”, un brano che ho voluto arrangiare in modo acustico, con mano leggera, come si conviene quando ci si confessa…

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