Report a cura di Elena Careddu.

Una linea rossa che spezzando lo schermo disegna vibrazioni ipnotiche e pulsanti; inizia così il concerto di Daniele Silvestri al Forum di Assago, penultima tappa del tour che ha visto festeggiare i 25 anni di carriera del cantautore romano.

Un concerto lunghissimo ed emozionante: 36 canzoni che ripercorrono la carriera di Daniele e che approdano alla necessità di riconnettersi con il concreto, con un fare politico nel senso etimologico e strettamente vero, sentito, che passa per le piazze, per l’umanità ritrovata che si raccoglie in un tutt’uno.

Il palco è testimone di questa necessità tanto che la terra non è più elemento simbolico, ma viene realmente sparsa sopra il palco stesso; “In questo presente tutto è possibile” dice Silvestri durante il concerto, e ribadisce l’importanza di riscoprire ciò che è giusto e ciò che non lo è e che non necessariamente la ragione delle cose va urlata.

Il pubblico illumina dei palloncini usando i cellulari come torce e appare sullo schermo lo scenario apocalittico che fa da cornice a “Marzo 2039” mentre alle dissonanze della musica fanno da contraltare dei raggi di luce, che sono fili che da sopra il palco colpiscono il pubblico quasi a disturbarlo come fossero un inciampo.
La genialità dei testi del cantautore si frammenta e viene esaltata in un lungo medley che ripercorre la storia dal 1994 ad oggi.
Daniele duetta virtualmente con Caparezza in “La guerra del sale”, ma è a Rancore, rapper romano, a cui lascia il palco per la sua “Arlecchino”.

Daniele Silvestri porge un grazie sentitissimo ai suoi bravissimi compagni di scena (superband di 9 elementi, inclusi due batteristi) con cui Daniele si sente onorato di poter suonare, di poter dare voce alle sue intuizioni e di poter ricreare i suoi pezzi.
Occhi da orientale”, ci racconta Silvestri, venne pubblicata come inedito inserito nel suo primo “Best of”, ma era stata scritta quando aveva sedici anni per un’amica; un pezzo intimo e dolcissimo reso ancora più speciale dall’arrangiamento creato dalla sua super band.

I momenti di carattere più politicamente vivi li abbiamo con la proiezione di alcuni spezzoni di TG in cui sono apparsi Greta Thunberg e Stefano Cucchi: per loro applausi da parte del pubblico; “La vita splendida del capitano” (dedicata a Francesco Totti) è stata introdotta da Silvestri dicendo: «Nella vita ci sono capitani e capitani» che, detto dopo i fischi dedicati allo spezzone con l’intervento di Salvini, lascia poco spazio all’immaginazione.

Daniele Silvestri affida le sue parole e le sue considerazioni a diverse espressioni musicali e a ritmiche che abbracciano bossa nova, Rock, elettronica, un concerto divertente, irriverente, di denuncia e di riscoperta di un’umanità che non deve essere data per scontata. Il suo modo eclettico di coinvolgere il pubblico, di reinterpretarsi, di donare la sua musica e il suo pensiero a chi lo ascolta, lo rendono ancora una volta un artista di spessore che pochi nel panorama musicale italiano possono vantarsi di avere e il concerto di Assago ne è semplicemente una conferma.

La scaletta
Qualcosa cambia
Marzo 3039
Complimenti ignoranti
Concime
Scusate se non piango
Manifesto
Tutti matti
Precario è il mondo
L’appello
La guerra del sale
Argentovivo (con Rancore)
Il mio nemico (con Rancore)
Arlecchino (con Rancore)
Dove sei / L’uomo col megafono
Le cose in comune
Hold Me
Strade di Francia
Desaparecido
Occhi da orientale
1000 euro al mese
A me ricordi il mare
Monetine
Acqua stagnante (con Rancore)
L’amore non esiste
La mia casa
La vita splendida del capitano
Tempi modesti
Gino e l’Alfetta
Salirò (con Rancore)
Le navi
Prima che
La paranza
Testardo
Cohiba
Alla fine

Comments

comments