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Vent’anni Di “Ballate Per Piccole Iene”, il ritorno degli Afterhours

Le luci si abbassano e la voce graffiante di Manuel Agnelli rompe il silenzio, innescando un boato di entusiasmo che riempie la Cavea dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma.

È la seconda data romana del “Ballate Per Piccole Iene – Tour 2025” (Mc2 Live).

Gli Afterhours, con la formazione storica quasi al completo, celebrano i vent’anni di un album che ha segnato la storia della musica alternativa italiana..

Era il 15 Aprile 2005 quando Ballate Per Piccole Iene usciva nei negozi, portando la musica degli Afterhours a un pubblico più ampio, senza però snaturare la loro identità ruvida e poetica.

Vent’anni dopo, quelle canzoni sembrano aver acquisito un peso diverso, quasi profetico, ma ancora capaci di vibrare nelle ossa di chi le ascolta.

L’idea di Manuel Agnelli di rimettere insieme la band originale non è un’operazione nostalgia.

É un atto di fiducia nella forza di quelle canzoni, nella chimica di un gruppo che ha scritto pagine importanti del rock italiano.

Una scommessa vinta per quanto visto ieri sera alla Cavea.

Sul palco, accanto ad Agnelli, ci sono Andrea Viti al basso, Dario Ciffo al violino e chitarra, Giorgio Prette alla batteria e la new entry Giacomo Rossetti.

Insieme danno vita a un suono potente e sincero, senza fronzoli, dove ogni nota sembra riportare alla luce frammenti di giovinezza, rabbia, dolcezza e disincanto.

L’energia che si sprigiona durante il concerto, non è quella di un semplice revival, è qualcosa di autentico, vitale.

Tutto questo il pubblico lo ha percepito, vissuto e restituito con cori e applausi che hanno infiammato la serata.

Manuel Agnelli guida la band con grande intensità, alternando momenti di furia elettrica a passaggi più intimi, con uno sguardo che sembra abbracciare ogni volto nella platea.

In diversi momenti si lascia andare a brevi riflessioni, sempre senza retorica, mantenendo quel tono diretto e viscerale che lo ha sempre contraddistinto.

È una festa, ma anche un rito collettivo in cui passato e presente si fondono, sospesi in un’ora e mezza di musica che sembra sfidare il tempo.

La scaletta, che ripropone integralmente le tracce dell’album, diventa un viaggio emozionale per chi quell’album lo ha vissuto all’uscita e per chi lo ha scoperto dopo.

Ogni brano risuona con una freschezza sorprendente, come se fosse stato scritto ieri.

E se il suono ha guadagnato in maturità, la passione rimane intatta.

A chiudere la serata, negli infiniti bis, alcuni classici della band e una cover, quella Marinella di Fabrizio De André, canzone che rende omaggio alla tradizione italiana.

Se ce n’era bisogno, ancora una volta gli Afterhours hanno dimostrato di sapersi muovere tra generi e atmosfere differenti, senza mai perdere la loro identità.

Alla fine, il pubblico esce sorridente, appagato, con negli occhi e nelle orecchie qualcosa di raro.

La sensazione che si respira, è quella di aver assistito non solo a un concerto, ma a un frammento di storia condivisa.

Vent’anni dopo, le Ballate Per Piccole Iene sono ancora qui e suonano più vive che mai.

 

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