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Stanley Clarke guarda al passato e conquista il pubblico della Casa del Jazz

Testo a cura di Fabio Babini
Foto di Chiara Lucarelli

Il 3 luglio 2025, la Casa del Jazz di Roma ha ospitato un nome che ha scritto davvero la storia del jazz elettrico dei 70’s: l’unica data italiana del tour europeo di Stanley Clarke, leggendario bassista e pioniere della fusion. Accompagnato dalla giovane e talentuosa band 4EVER, Clarke ha offerto al pubblico romano un’esperienza sonora intensa e coinvolgente, dimostrando ancora una volta la sua maestria e la capacità di innovare pur rimanendo fedele alle sue radici musicali.

Una formazione stellare

La band 4EVER, composta da Jeremiah Collier alla batteria, Jahari Stampley al pianoforte e tastiere, Colin Cook alla chitarra e Emilio Modeste al sassofono tenore, ha affiancato Clarke in questa avventura musicale. Questi giovani musicisti hanno portato freschezza ed energia, creando un dialogo intergenerazionale che ha arricchito l’intera performance.

Un inizio esplosivo

Il concerto si è aperto con “No Mystery“, celebre brano dei Return To Forever, che ha subito catturato l’attenzione del pubblico con la sua complessità ritmica e le sue armonie sofisticate. A seguire, “Goodbye Pork Pie Hat” di Charles Mingus ha offerto un momento di introspezione, con Clarke che ha alternato contrabbasso e basso elettrico, mostrando la sua versatilità e profondità espressiva.

Groove e virtuosismo

La serata è proseguita con “1, 2 to the Bass“, brano che ha messo in evidenza il groove irresistibile della band e la capacità di Clarke di fondere jazz, funk e R&B in un mix esplosivo.

Una seconda parte più riflessiva

La seconda metà del concerto ha assunto toni più meditativi, con brani che hanno esplorato atmosfere jazzate e momenti di improvvisazione collettiva. Sebbene alcuni passaggi siano risultati meno incisivi, due assoli straordinari del batterista Jeremiah Collier hanno riportato l’attenzione e l’entusiasmo del pubblico, dimostrando il suo talento eccezionale e la sua capacità di sorprendere.

School Days“, uno dei pezzi più iconici del repertorio di Clarke, ha ripreso la parte più dinamica e riuscita del concerto, con un’energia travolgente, suscitando l’entusiasmo del pubblico.

Il concerto di Stanley Clarke alla Casa del Jazz ha sviscerato un equilibrio tra tradizione e innovazione, tecnica e passione. La collaborazione con la band 4EVER ha evidenziato l’importanza del dialogo tra generazioni nella musica, offrendo al pubblico un’esperienza unica e coinvolgente, un esempio di come il jazz sia riuscito ad evolversi e rinnovarsi, mantenendo viva la sua essenza e la sua capacità di emozionare.

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