Scroll Top
brothers-in-arms-compie-40-anni

Brothers in Arms compie 40 anni

C’è un momento preciso in cui la musica smette di essere solo un sottofondo e diventa parte della tua storia.

Per molti, me compreso, quel momento si chiama Brothers In Arms.

In questi giorni, quel disco che sembra sempre lì, sospeso nel tempo, compie 40 anni.

Ci sono dischi che non invecchiano e non perché il tempo non passi, ma perché riescono a viverci dentro, Brothers in Arms è uno di questi.

Il 13 Maggio 1985, i Dire Straits pubblicavano un album che avrebbe cambiato la loro carriera e in un certo senso anche la storia del rock.

Era un altro mondo, certo, MTV trasmetteva a ripetizione il videoclip animato di Money For Nothing con la presenza di Sting, la gente cominciava a scoprire i CD e la musica digitale era ancora una promessa.

Ma loro erano già lì, Brothers in Arms fu tra i primi album registrati, mixati e masterizzati interamente in digitale.

Un lavoro pionieristico, che trovò nel formato CD un alleato perfetto: suonava nitido, avvolgente, moderno.

Fu anche il primo disco della storia a vendere più di un milione di copie in quel formato, un traguardo che segnò il passaggio dall’era analogica a una nuova dimensione sonora.

Ma Brothers in Arms non è un capolavoro solo per i suoi primati tecnologici.

È un album che ha saputo coniugare la raffinatezza compositiva con l’efficacia pop, l’intimità con l’ambizione.

C’è dentro un’idea di rock adulta, matura, che non ha bisogno di strafare per colpire, è un disco che ti entra pian piano sotto pelle e lì rimane.

Brani come So Far Away e Why Worry mostrano il lato più intimo e malinconico dei Dire Straits, mentre Walk Of Life gioca con un riff spensierato che l’ha resa una delle canzoni più amate della band.

Il primo singolo pubblicato, un mese prima dell’album, fu proprio So Far Away.

Entrò nelle playlist delle radio ma non ebbe un grande successo, ma con Your Latest Trick è di certo una delle mie preferite dell’intero lavoro.

Quest’ultima ha una intro da brividi, il suono del sax tenore di Michael Brecker è pazzesco.

Ma è grazie a Money For Nothing che l’album esplode e diventa un icona.

Pare che il riff di chitarra che accompagna la canzone sia nato per caso, in uno showroom di elettrodomestici.

Il testo ironizza sull’industria musicale e il videoclip animato diventa un cult dell’epoca.

E poi c’è lei, la title track, Brothers In Arms che parla di guerra, ma anche di fratellanza, di perdita, di memoria.

Fu scritta durante il conflitto delle Falkland, e non a caso è stata usata in moltissime commemorazioni.

Ancora oggi, quando parte quel crescendo lento e solenne, sembra che il tempo si fermi.

A rendere il tutto ancora più potente è la voce pacata, quasi narrante, di Mark Knopfler.

Un frontman anomalo, più simile a un cantastorie che a una rockstar.

Le sue chitarre non gridano, ma raccontano, ogni assolo, ogni arpeggio è calibrato, essenziale e proprio per questo arriva a toccare le corde dell’anima.

E la produzione, firmata dallo stesso Knopfler insieme a Neil Dorfsman, è ancora oggi un riferimento per pulizia e profondità sonora.

L’album ottenne riconoscimenti in tutto il mondo.

Vinse due Grammy Awards, fu inserito nella lista dei 100 migliori album di sempre da molte riviste, e restò in classifica per anni.

In Inghilterra fu l’album più venduto del decennio.

Un successo clamoroso, ma meritato, perché Brothers In Arms non era solo figlio del suo tempo, lo trascendeva.

Per celebrare i quarant’anni, arriva ora una nuova edizione celebrativa pubblicata in varie versioni dalla Universal Strategic Marketing.

Brothers In Arms (40th Anniversary Edition) sarà disponibile su vinile singolo e in due Edizioni Deluxe: Box 5LP e Box 3CD.

All’interno delle versioni Deluxe, oltre alla versione integrale del disco trova spazio la registrazione di un concerto integrale inedito registrato al Municipal Auditorium a San Antonio tratto dal Live In 85 Tour.

All’interno troverete anche un libretto con nuove note di copertina di Paul Sexton, frutto delle sue nuove interviste a Mark Knopfler, John Illsley e Guy Fletcher, oltre ad esclusive art cards.

È un invito a riscoprire l’album con orecchie nuove, o magari con quelle di allora, se siamo ancora in grado di ricordarle.

Ma la verità è che Brothers in Arms non ha mai smesso di suonare.

È rimasto lì, fedele, pronto a raccontare di nuovo la sua storia, o forse la nostra.

Perché ci sono dischi che non appartengono a una sola epoca, ma appartengono a chi li ascolta, ogni volta da capo.

E se è vero che il tempo scorre, è altrettanto vero che certi album continuano a portarci lontano, senza muoverci dal divano.

 

Recent Posts
Clear Filters

Il 13 Maggio del 1985 i Dire Straits pubblicavano Brothers in Arms. Un album che cambiò la loro carriera e la storia del rock

Rock in Roma 2025, nella Sala della Promoteca del Campidoglio la conferenza stampa per la presentazione di Rock in Roma 2025.

Mark Guiliana sul palco del Monk nell’ambito della rassegna Jazz Evidence, un rito di suoni, coraggio e trasformazione

Add Comment

Related Posts