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Zucchero al Circo Massimo: un viaggio tra soul, ricordi e grandi emozioni

Nella splendida cornice del Circo Massimo, Zucchero ha inaugurato il primo dei suoi due concerti romani con uno show carico di energia, memoria e cuore.

Un palco imponente, una band affiatata e una scaletta che ha intrecciato passato e presente, hanno trasformato la serata in un lungo abbraccio tra artista e pubblico.

Fin dalle prime note, si è respirata un’atmosfera vibrante.

Zucchero è salito sul palco con il suo immancabile cappello e il suo inconfondibile stile, mescolando soul, blues e venature rock con la naturalezza di chi sa dominare la scena da decenni.

Brani iconici come Baila (Sexy Thing), Con Le Mani, Partigiano Reggiano, Dune Mosse hanno acceso il pubblico, alternandosi a momenti più intimi e riflessivi.

Seduto su una sedia al fondo della passerella e più vicino al suo pubblico, ha anche accennato alcune canzoni che non erano in scaletta.

Ha iniziato con Un Piccolo Aiuto, poi ha cantato Occhi (altra canzone che manca dalla scaletta da anni) e a ha chiuso con Come Il Sole All’improvviso.

Come detto dallo stesso Zucchero, non ama parlare troppo, preferisce ascoltare.

Ci sono già tante persone che dicono la loro sui social.

Però ha ricordato che quello che ci sta capitando intorno, non può essere ignorato e ha detto:

“Chi ammazza i bambini è una testa di cazzo, Trump & co non somigliano a nessun umano”.

Sui maxischermi ad un certo punto è comparsa anche la scritta Free Palestine.

Annunciato da giorni, Zucchero ha presentato l’ospite dicendo:

“diamo il benvenuto a Massimo Decimo“.

A quel punto sono partite le note di Just Breathe (canzone dei Pearl Jam), impreziosita da Russell Crowe.

La voce ruvida di Zucchero si è fusa con quella più roca e narrativa dell’attore neozelandese, in un’interpretazione sentita e autentica.

Poco dopo, è stato il momento del ricordo.

Sullo sfondo dei maxi schermi è apparso Luciano Pavarotti, mentre risuonavano le note di Miserere, brano simbolo del loro legame artistico.

L’emozione ha attraversato il Circo Massimo come una carezza collettiva.

Intorno a me ho visto occhi lucidi, applausi spontanei e anche il senso palpabile di un’assenza che ancora sa parlare attraverso la musica.

Il concerto è filato via tra atmosfere diverse, ma sempre coerenti.

Si andava dal ritmo coinvolgente, alle pause cariche di significato, ogni brano è sembrato collocarsi nel posto giusto al momento giusto.

Sul palco Zucchero era accompagnato da una band strepitosa, una nota di merito fatemela fare a Oma Jali.

Definirla corista è un riduttivo, la sua voce ha accompagnato Sugar per tutto il concerto e insieme hanno anche duettato mandando il pubblico in delirio.

C’è stata anche una parentesi in cui la band ha eseguito tre classici, Nutbush City Limits, Jumpin’ Jack Flash e Honly Tonk Train Blues e tutti si sono alzati in piedi a ballare.

Poi è tornato sul palco Zucchero e ha calato l’asso, una quaterna di canzoni eseguite con il Gospel Choir.

Una dopo l’altra sono arrivate Overdose D’amore, The Letter, Diamante e Così Celeste.

Il finale, accolto da una standing ovation spontanea, ha chiuso un evento che è andato ben oltre la semplice performance musicale.

È stato un viaggio, nella carriera di un grande artista, certo, ma anche nei ricordi condivisi e nei tributi che sanno ancora toccare il cuore.

Si replica questa sera sempre a Roma poi l’Overdose D’amore Tour (Friends & Partners) si sposta il 26 Giugno Torino (Stadio Olimpico Grande Torino) e poi il 28 Giugno Padova (Stadio Euganeo).

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