Dietro le quinte del nuovo disco di Micaela Battista (Silversnake Michelle) c’è solamente una donna e le sue confessioni più intime. Un concept album, un disco che si dipana su 14 inediti in studio in lingua inglese che si sviluppano su trame di rock medievale in forma digitale. Epicamente notte direbbe qualcuno di nostra conoscenza. E non avrebbe poi torto. Si intitola “Her Snakeness” ed un concentrato d’istinto e di irrazionalità, un caos sopraffine in cui l’ordine serve a non disperdere ogni pensiero buttato per caso nella stanza. Orchestrazioni, elettronica, acusticità sagomate ad arte, una produzione che non ispira molta intraprendenza e non cerca la rivelazione. Effetti usati forse troppo frettolosamente, magari dosati come avrebbe fatto chiunque per dare quel senso di maestosità, di aria aperta, di campi aperti e di notti futuristiche di città deserte. Ascoltare le anime non è mai semplice dice Michelle…e non ci mettiamo in cammino…

Partiamo subito dal dire che questo disco non è per niente contenibile in un solo ascolto. Sei cosciente di quanto è complessa l’opera che hai realizzato?
Si mi rendo conto che il disco non è del genere “easy listening”. Con il primo album dalla sonorità più semplice e orecchiabile approdo alla consapevolezza che qualcosa nella mia vita distorce. Con Her Snakeness decido di entrare nel profondo, nei meandri di me stessa ed esploro e scopro percorsi nuovi e talvolta tortuosi. D’altronde ascoltare le anime non è mai semplice.

A questo punto mi viene la curiosità di sapere: dal vivo che voce ha “Her Snakeness”?
Beh l’unico modo per soddifare la tua curiosità è venire a sentirmi live 🙂 Se dovessi descrivermi direi vera e primitiva.

Mutevolezza e cambi di scena continui. Avresti dovuto fare un disco in perenne mutazione…non trovi? Un po’ come “77 Million Paintings” di Brian Eno…
Si lo avrei voluto fare. Ma questo un po’ lo è. Per questo lo definisco “sospeso”…come se mancasse il finale, ma perchè in fondo non era prevista una fine. E’ mutevole. La sostanza e la forma cambiano in continuazione e non si arriva mai ad una conclusione. Racconto delle storie in ogni brano, quindi la canzone può prendere una piega particolare ad un certo punto, come in un racconto. Non sai mai quello che c’è dopo. Infatti la mia è una ricerca sperimentale di quello che sono attraverso la musica e le immagini.

Sogni, immaginazioni ma soprattutto immagini. Perchè e come hai scelto quale fermare per scriverla e immortalarla?
Mi piaceva associare un arte effimera per definizione, come la musica, ad una non effimera come le immagini, la fotografia e i dipinti che rimangono immortalati eternamente. Far parlare la musica attraverso le immagini e viceversa. In fondo le arti non hanno una sola dimensione, la musica è un quadro dipinto nell’aria e i quadri sono note colorate e talvolta profumate. Riesco a percepire in un’unica sfera sensoriale due o più sensi.

E i tuoi abiti in scena? I tuoi musicisti? Il palco?
Gli abiti di scena sono dettati dall’umore del momento. Mi piace sempre un tocco glam e luccicoso. Ma non sempre mi sento libera nell’abbigliamento o ” non abbigliamento” 🙂
I miei musicisti li adoro. Siamo una bella squadra. Hanno una pazienza infinita e assencondano spesso i miei capricci musicali. Mi piace che esprimano la loro essenza, la loro passione. Il palco è il mio mondo. E’ vita. Anche quando facevo teatro adoravo star sul palco. Si crea quella sinergia magica con il pubblico. Sempre. Anche quando vi è un solo spettatore, c’è comunque uno scambio.

In versione acustica…oppure orchestrale…oppure digitale…anime affini…ci hai pensato?
Si assolutamente. Già ci esibiamo in versione acustica con pianoforte o chitarra, contrabbasso e percussioni/batteria. I brani prendono un sapore completamente diverso.
A livello orchestrale sarebbe il mio sogno. “Her Snakeness” diventerebbe una sinfonia e la riarrangerei pensandola anche con sonorità che escono dal sistema tonale classico

Un videoclip…manca…come mai tra tante immaginazioni manca proprio un video?
Il video è in fase di lavorazione. E’ una forma importantissima di comunicazione. Non può essere approssimativo o scostarsi dal mio mondo. Sono molto pignola o si realizza come dico io o non se ne fa nulla. È musica in movimento.

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