Il rock non molla: Luciano Ligabue allo Stadio Olimpico di Roma Valerio Piccioli Lug 13, 2019 LIVE REPORT Si conclude nella torrida estate romana lo Start Tour 2019 di Luciano Ligabue. Dopo l’apertura allo stadio San Nicola di Bari, dopo Messina, Pescara, Firenze, Milano, Torino, Bologna e Padova è finalmente lo stadio Olimpico di Roma ad accogliere la presentazione live del nuovo disco di inediti. Accompagnato dalla solita formidabile band composta da Luciano Luisi (tastiere), Max Cottafavi (chitarre), Federico Poggipollini (chitarre elettriche, cori), Davide Pezzin (basso) e Ivano Zanotti (batteria, percussioni), Ligabue porta a Roma i suoi ultimi inediti e i brani che ne hanno segnato il passo negli anni di carriera, più qualche perla rara. Start, dodicesimo disco del rocker di Correggio uscito l’8 Marzo di quest’anno e già certificato disco di platino, è prodotto da Federico Nardelli per l’etichetta Zoo Aperto. Presentato in anteprima all’Italghisa di Reggio Emilia, su invito ristretto al suo fanclub ufficiale (Bar Mario), segna un nuovo passo dopo il recente sforzo cinematografico e musicale di Made in Italy. Start è una ripartenza, dalle origini dell’uomo Luciano. Via i capelli tinti, via le foto patinate, via l’aria da rocker immortale e nuova vita alle rughe, al vissuto, a un bianco e nero senza fronzoli, ripreso dalla foto di copertina del suo disco, che dona a suo modo colori nuovi ai testi. Ci sono sonorità più pulite e dirette, testi vivi e vividi nella testa e nella voce di Ligabue, espressioni e storie di un passato e di un nuovo inizio. Le luci d’America del rock sono sempre presenti nel suo disco, ma il ragazzaccio di Vivo, Morto X è adesso a davanti alla sua musica, al suo passato con sguardo all’orizzonte, con Vita morte e miracoli e Quello che mi fa la guerra. Il re è nudo, e a dirla tutta questo aspetto piace. O almeno fa apprezzare quello che è stato e quello che sarà il nuovo percorso di Ligabue. La scaletta del concerto dimostra quanto Ligabue tenga a questo aspetto, dove anche il campione diventa mortale sugli echi del passato. Si inizia col nuovo, con Polvere di stelle, due pezzi ancora recenti e subito il primo giro di boa. Si viene e si va, emblematica e amatissima canzone del Liga è quella che oggi rappresenta probabilmente meglio, insieme al secondo giro di boa successivo, l’idea, il concept dell’evoluzione del rocker. Poi spazio al medley chitarra e voce, per Il giorno di dolore che uno ha, Questa è la mia vita, Sulla mia strada, dove Ligabue tira fuori le sue doti di fine e arguto scrittore. Come a dire, ero e sono così, sempre qui, sempre in piedi, sempre io, sulla mia stramaledetta strada. Secondo giro di boa con quello che è il vero acuto rock americano di Ligabue, Marlon Brando è sempre lui, anticipato, neanche a dirlo da Happy Hour e Non è tempo per noi e seguito da Le luci d’America. Secondo intermezzo più nostalgico ma al tempo stesso ricco di grinta. Un po’ come fu nel ’95 Buon Compleanno Elvis nella discografia del Liga. C’è la drammaticità del sentirsi umano, in balia dei propri successi e delle proprie luci e ombre, ma al tempo stesso c’è quell’anima da duro che non molla di un centimetro e sfoggia sempre grinta, carattere e talento da vendere. Fine del concerto con messaggio diretto agli scettici: il Rock Club è qui. E via, con tutta la band in mezzo alla passerella dell’Olimpico per accendere di nuovo il pubblico con Vivo morto o X, Eri bellissima, Il giorno dei giorni, L’odore del sesso, I ragazzi sono in giro. In coda, ai saluti, la benedizione di Ligabue, direttamente dagli anni ’90 Libera nos a malo (“però il mio male qual è?”) e il messaggio nemmeno troppo velato di Il meglio deve ancora venire e Niente paura. Al bis viene lasciato il dolce e amaro arrivederci di Certe Notti e Piccola stella senza cielo fino al ritualistico saluto di Urlando contro il cielo. La sfida è lanciata, il pubblico è avvisato, Luciano Ligabue riparte. E non importa se siete amanti di malinconiche notti tra cosce e zanzare o volete vedere un’alba americana o una notte di stelle africane, Liga in un modo o nell’altro vi accontenterà. Così come quell’Elvis festeggiato o quel Brando ammirato, il re-Start è avviato e sicuramente sarà l’inizio di una grandiosa nuova storia d’amore tra voi il rocker emiliano. Luciano Ligabue, Luciano Luisi, Max Cottafavi, Federico Poggipollini, Davide Pezzin e Ivano Zanotti hanno cantato e suonato: Polvere di stelle Ancora noi A modo tuo Si viene e si va Quella che non sei Balliamo sul mondo Il giorno di dolore che uno ha/Questa è la mia vita/Sulla mia strada (Medley) Happy hour La cattiva compagnia Non è tempo per noi Marlon Brando è sempre lui Luci d’America Mai dire mai Rock Club: Vivo morto o X/Eri bellissima/Il giorno dei giorni/L’odore del sesso/I ragazzi sono in giro/Libera nos a malo/Il meglio deve ancora venire Niente paura Certe donne brillano Certe notti A che ora è la fine del mondo Tra palco e realtà Piccola stella senza cielo Urlando contro il cielo Comments comments