Figli come noi: Il Muro del Canto per il Natale di Roma Valerio Piccioli Apr 25, 2017 LIVE REPORT Per i suoi 2770 anni Roma si fa bella con una serata di cinema, musica e cultura con Il Muro del Canto. Eterna #2770, proprio come la città che la ospita, è la festa di un compleanno pensato per Roma e per i romani nella fantastica e suggestiva cornice del Laghetto dell’Eur. Come potevano mancare in questa cornice gli uomini in nero, Il Muro del Canto, sei ragazzi di Roma che della Capitale ne hanno fatto il loro centro del mondo, in un rock folk degno dei migliori poeti millenari. Nuda come Roma, grande come la bellezza na madre premurosa, che te mena e t’accarezza lavoratore stanco, pezzo grosso, bandito vorresti esser tu stanotte er figlio preferito …poi alzi l’occhi vedi Roma e chi vive davero sta città, ritrova il senso a tutto e non se ne vo più annà (7 Vizi Capitale, Piotta & Il Muro del Canto) Sembrano non passare mai gli anni per questa città, come non passa la verve che contraddistingue la band romana, capitanata dalla voce cupa e densa di Daniele Coccia e dall’imponente Alessandro Pieravanti alla batteria, accompagnati da Alessandro Marinelli alla fisarmonica, Ludovico Lamarra al basso, Eric Caldironi alla chitarra acustica e Giancarlo Barbati alla chitarra elettrica. Da regazzini a scola dalle monache: le bacchettate, i ceci e i gloria sia. Er Paradiso è robba pe’ chi merita, chi nasce predisposto se fa la retta via. (Ginocchi rossi, Il Muro del Canto) Le intense vite della città echeggiano nei testi di Coccia e Pieravanti, sempre capaci di attingere dal materiale umano cittadino storie di rara e realistica potenza espressiva. Tra racconti pregni di romanità, come un pranzo della domenica o i 7 vizi capitale di più recente triste memoria, emerge il lato vivo della città e della sua popolazione, tra eccessi e capricci, fino al coronamento di una vita tragica e a volte irrisolta, l’essenza della città stessa. Se er papa me donasse mezza Roma e me dicesse «lascia annà chi t’ama» io je direbbe «grazie Santo Padre io lascio tutto e tento la fortuna» Occhio per occhio, dente pe’ dente. Quant’è bella Roma mentre te ne vai (Arrivederci Roma, Il Muro del Canto) Il Muro del Canto ha cantato e suonato: L’anima de li mejo Ginocchi rossi Cristo de legno Serpe ‘n seno Quando scende la notte Racconto L’ammazzasette Lucemia Ridi pajaccio Ancora ridi Maleficio L’Osteria dei frati Domenica a pranzo Come tre Figli come noi Venerdì Fiore de niente La malarazza Chi mistica mastica Ciao core Il canto degli affamati Peste e corna Arrivederci Roma Comments comments