Si torna a parlare di persone, di vita quotidiana e di società. Si torna a parlare della gente e con la gente, senza fare i vip da copertina con le guardie del corpo e senza inventarsi chissà cosa per restar fuori da tutte le parti popolari. Per mano di Beppe Tranquillino e con il suo progetto cantautorale MISERO SPETTACOLO si torna a raccontare il nostro bel paese prendendo in prestito e con un antico moto di condivisione quello che è stato parte del pensiero cardine di Pier Paolo Pasolini. Oltre 40 anni di vita sono passati. E per tutte quelle cose dette e combattute ieri, ancora oggi esiste vita reale ed attuale difficile da contraddire. Il nuovo disco dei Misero Spettacolo si intitola “Porci, Pecore e Pirati”. Il mondo circense, quello rock indie, quello pop leggero italiano. Quello che scivola via se non lo fermiamo a sottolinearne testi e momenti. Pratica ormai diventata assai rara…100 Decibel lo fa.

MISERO SPETTACOLO: dovremmo dire I Misero Spettacolo o IL Misero Spettacolo? In altre parole: vita e storia di un cantautore o di una band?
Misero Spettacolo è il nome di un progetto ma è anche una vera e propria band. Nasce nel 2003 come progetto cantautorale in cerca di collaboratori affini alla mia personale filosofia musicale e non solo. Nel corso di qualche anno e dopo diverse collaborazioni, alcuni musicisti di diversa formazione sposano appieno il mio progetto e così Misero Spettacolo diventa, più che una band, una vera e propria famiglia composta da cinque elementi e altre collaborazioni. Iniziamo a suonare tutti i giorni insieme e ad esibirci settimanalmente in locali e piccoli club. Nel 2006 il produttore artistico Gabriele “Rusty” Rustichelli dello Zeta Factory si accorge di noi e ci produce il primo album “Tutto è un’opinione” che vede la luce nel 2007. Accolto molto bene da critica e pubblico, il disco ci porta in giro per lo stivale con circa 250 concerti in due anni. Nel 2009 lavoriamo al secondo disco “L’Inconcepibile”, sempre prodotto da Rustichelli per lo Zeta Factory, che viene pubblicato alla fine del 2009. Il disco è anticipato da un primo videoclip girato e prodotto dai Manetti Bros e dalla nostra collaborazione alla serie Rai “L’Ispettore Coliandro III”. Alcune delle nostre musiche entrano a far parte della colonna sonora della serie per la quale inoltre scriviamo la canzone “La druda e il soldato” che canteremo con l’attrice Raffaella Rea all’interno della puntata “Il Sospetto”.
Poi dopo diverse vicissitudini e lavori che ci hanno impegnati per la realizzazione di colonne sonore e collaborazioni cinematografiche, dopo aver lavorato per due anni ad un programma radiofonico da noi scritto e condotto, siamo approdati al nostro terzo disco “Porci, Pecore e Pirati” uscito a Gennaio 2016.

E la parola COLLETTIVO come la trovi? Cosa ti evoca pensando al collettivo delle vostre contaminazioni sonore e letterarie?
Trovo la parola COLLETTIVO meravigliosa. Credo rappresenti il nostro personale modo di concepire la musica: un collettivo di idee e personalità che ruotano attorno ad un progetto, interagendo tra di loro, con diverse forme artistiche, appunto come la musica, il disegno, la letteratura, il teatro e il personale apporto di diverse espressioni da parte di tutti i collaboratori e ispiratori che in qualche modo influenzano e danno vita alla nostra musica.

Se penso al vostro disco penso all’antichità di certi pensieri sociali. Come mai a distanza di generazioni, pur trovandoli ancora reali e attuali, sono pur sempre solo pensieri? Insomma cosa ci manca per metterli in atto?
E’ certamente ahimè molto più facile pensare, stando seduti sul divano o ad una scrivania, magari tagliando ed incollando pensieri altrui letti su qualche libro o ascoltati in tv piuttosto che incontrare altri nostri simili, discutere, confrontare idee e filosofeggiare con loro; tutto ciò è molto più semplice del dolore, della fatica e del lavoro duro che tocca fare per rimboccarsi maniche, sporcarsi mani e piedi, percorrere strade e cercare fuori dalle nostre comode case. E’ più facile riversare i propri pensieri sui social network scrivendo post e sperando che qualcuno li legga ed esprima il proprio consenso approvandoli e condividendoli piuttosto che conquistare personalmente e per strada lo sguardo dei nostri simili. E’ molto più facile credere di essere unici e sovversivi anzichè vittime di un’omologazione culturale che ci porta a connettere i pensieri in cerca di approvazioni ortodosse.
Ci manca una vera e personale identità di pensiero per agire sinceramente, per riconoscersi microcosmi e parti del macrocosmo da cambiare.

Il consumismo e la crisi sociale, discograficamente parlando, come la state vivendo e come la state affrontando?
Ti direi che discograficamente parlando viviamo il consumismo come un’opportunità di conoscere pensieri e musiche nuove con molta più facilità rispetto ad una volta. Mi piacerebbe pensare che la parola consumismo abbia a che fare con il “consumo passionale” che per l’appunto ci consuma e consuma il nostro mondo interiore nel senso positivo di vivere fino in fondo una passione.
In realtà invece mi tocca dirti che a mio avviso l’essere umano moderno difetta di curiosità, non cerca, non consuma passionalmente ma consuma perchè figlia del becero consumismo asettico, futile e superficiale.
Noi lo affrontiamo coltivando il nostro microcosmo, continuando a produrre, a suonare, a portare le nostre idee e la nostra musica ovunque, per strada, nei piccoli locali, in radio, in tv e ovunque potremmo farci ascoltare. Ma tutto ciò senza nessuna ansia di apparire, lungi da noi la necessità di dover a tutti i costi apparire. Semplicemente crediamo in quello che facciamo e diciamo e vorremmo essere ascoltati per poterne parlare e discutere magari insieme. Tutto qui. Cerchiamo di fare la nostra parte e di farla bene.

Questo nuovo disco abbraccia più stili. Che direzione stilistica insegue?
Ascoltiamo e amiamo tanta musica. Ogni giorno ci perdiamo tra le note di musica classica, rock, cantautorato, blues, jazz, folk e molto altro. Ascoltiamo e amiamo di tutto. Per questa ragione è inevitabile venire influenzati da tanti stili differenti. Siamo contaminati poi da tutte le altre arti che seguiamo passionalmente. Difficile dire cosa volevamo inseguire. E’ nato così questo disco, senza alcuna etichetta stilistica precisa. Naturalmente e inconsciamente è venuto fuori così. Poi produttivamente abbiamo creduto opportuno rispettare la sua natura, omaggiando il cantautorato italiano che da sempre ha percorso vie stilistiche differenti e molto varie. Abbiamo trovato un suono che ci piaceva e abbiamo percorso quella direzione senza snaturare le canzoni che erano nate così.

Curiosamente manca un video…come mai?
Storia lunga da raccontare nei dettagli. Diciamo che semplicemente siamo arrivati un po’ in ritardo perchè non avevamo previsto come singolo quello che attualmente è uscito. Ad ogni modo oggi, a distanza di poco più di un mese dall’uscita, è pronto il videoclip del primo singolo “PPP” che potremo vedere al più presto ovunque. Anzi iniziate a cercarlo.
E poi vi svelerò di più: stiamo lavorando a ben 12 videoclip per un progetto molto più grosso al quale stanno aderendo diversi registi e collaboratori cinematografici per realizzare, poi alla fine, un mediometraggio musicale ispirato a tutte le canzoni di “Porci, Pecore e Pirati”.

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