«Loro sono i Fast Animals and Slow Kids e vengono da Perugia» Federica Ponza Gen 27, 2016 LIVE REPORT Serata intensa quella di sabato 23 al Monk Club di Roma che ha ospitata sul proprio palco due gruppi che propongono performance musicali interessanti e coinvolgenti. In apertura alla serata i Sadside Project, gruppo romano formato da Gianluca Danaro (voce, chitarra, mandolino, tastiere e arpa), Domenico Migliaccio (batteria e percussioni), Claudio Gatta (basso, tastiere, chitarra) e Andrea Ruggiero (violino). Già con loro l’atmosfera della serata diventa piuttosto intrigante perché il loro folk riesce ad arrivare in modo genuino e potente. La vivacità scanzonata di un certo tipo di folk, che si arricchisce anche di sonorità irlandesi, la potenza del garage rock, la voce profonda e calda, un mix che fa amare fin da subito questo gruppo. Questo perché ci si trova davanti ad una band matura, che non a caso sta facendo spesso parlare di sé nella scena underground romana. Dopo di loro, sul palco i Fast Animals and Slow Kids – Aimone Romizi (chitarra, voce, percussioni), Alessandro Guercini (chitarra), Jacopo Gigliotti (basso) e Alessio Mingoli (voce, batteria) – accompagnati per l’occasione da Nicola Manzan di BOLOGNA VIOLENTA alla chitarra e al violino. Il gruppo esegue quasi tutti i pezzi di Alaska, ultimo album della band uscito nel 2014, ma anche diversi pezzi da Hybris del 2013. Chi ha già assistito a qualche live dei FASK sa quanta energia ci sia in ognuno dei loro concerti e quelli che li vedono per la prima volta impiegano poco tempo a capirlo. La scaletta è eseguita praticamente senza prender fiato né pause. Poche parole e tanta musica, per un concerto che è una scarica di adrenalina. Il gruppo, più in forma che mai, a metà concerto circa confessa che questa del Monk è l’ultima data romana prima di una pausa da un tour che dura da circa 5 anni. Ciò che stupisce di questa band è che riesce sempre a dare tutto, senza risparmiarsi mai e con una grinta che fa invidia. Così non mancano stage diving e crowd surfing, il pubblico è coinvolto, l’adrenalina percepibile nell’aria. Come quando Aimone si appende letteralmente al soffitto dopo aver “surfato” sulla folla. I loro live sono follemente estremi senza sembrare eccessivi, con l’unico grande risultato di conquistare letteralmente il pubblico, sempre carico e pronto a far festa. Un attimo di respiro arriva solo con la pausa prima di tornare sul palco a cantare gli ultimi tre pezzi: Troia e A cosa ci serve da Hybris e Come reagire al presente da Alaska, pezzo che chiude la data romana. Ottimo il dialogo e l’alchimia con il pubblico, come pure l’energia, che aumenta sia per il loro sound potente – reso ancora più pieno dalla presenza di Nicola Manzan – sia per un frontman che riesce a catturare tutti con il suo carisma. E ancor più quando con le bacchette in mano accompagna la batteria suonando forte il timpano. «Noi siamo i Fast Animals and Slow Kids e veniamo da Perugia» questa la frase ripetuta più volte durante i loro concerti, che suona ormai come un marchio di fabbrica e, a detta del gruppo, pronunciata per far rimanere impresso il loro difficile nome. Il loro live, però, arriva potente come un pugno nello stomaco e colpisce tutti i sensi, lasciando difficilmente indifferenti. Se di presentazioni ci fosse ancora bisogno, a questo punto anche noi vi diciamo «Loro sono i Fask Animals and Slow Kids e vengono da Perugia e se ancora non li conoscete ci dispiace per voi!». Setlist Ouverture Calci in faccia Il mare davanti Combattere per l’incertezza Te lo prometto Canzone per un abete pt. 2 Treno Il vincente Coperta Calce Odio suonare Maria Antonietta Grand Final Encore Troia A cosa ci serve Come reagire al presente Comments comments