Matteo NardoneI Verdena e i FASK sul palco del Postepay Rock in Roma Federica Ponza Lug 15, 2015 LIVE REPORT Si preannunciava una serata molto calda quella del 14 luglio al Postepay Rock in Roma e, come è facile intuire, non in senso meteorologico. Due gruppi differenti, ma che hanno sempre proposto al loro pubblico performance molto adrenaliniche ed originali. Da una parte i Verdena – Alberto Ferrari, Luca Ferrari e Roberta Sammarelli– un gruppo ormai ventennale, con sei album all’attivo, di cui l’ultimo Endkadenz Vol. 1 uscito il 27 gennaio 2015 ed anticipato dal singolo Un po’ esageri. Ed è di poco ore l’annuncio dell’uscita della seconda parte dell’album, Endkadenz Vol. 2, prevista per il 28 agosto. Un gruppo considerato tra i più interessanti della scena alternative, che ha calcato molti palchi e che ha sempre avuto un proprio seguito, abbastanza nutrito. L’ultima volta a Roma, il 9 marzo di quest’anno, avevano registrato una data da sold out all’Atlantico Live. Insomma, i Verdena non sono di certo un gruppo che ha bisogno di presentazioni, come pure ormai cominciano a non averne bisogno i Fast Animals and Slow Kids – Aimone Romizi (chitarra, voce, percussioni), Alessandro Guercini (chitarra), Jacopo Gigliotti (basso) e Alessio Mingoli (batteria e seconda voce)- che ormai contano quattro album all’attivo di cui l’ultimo, Alaska, uscito nel 2014. Ma i FASK a presentarsi ci pensano da soli: “Salve a tutti, noi siamo i Fast Animals and Slow Kids e veniamo da Perugia”, la frase che il cantante ripete all’inizio e alla fine di ogni concerto. E se non bastasse anche la loro musica diventa, poi, un ottimo biglietto da visita. Salgono sul palco e non si lasciano spaventare dal fatto che è “il palco più grande su cui abbiamo mai suonato”, come confessano durante il live. Sarà però il grande carisma di Aimone, che coinvolge e gioca con il pubblico con naturalezza e sfacciataggine; sarà quella batteria incalzante che non dà un attimo di respiro, con il suo groove magistrale; sarà il basso potente che rende il sound originale ed unico, con un tocco che fa davvero la differenza; sarà tutto ciò ed anche molto altro, ma la band non dimostra titubanza e realizza una performance rock degna di questa grande ed importante location. Il pubblico – per tutta la serata non molto numeroso, per la verità- si scatena e viene rapito dal gruppo, accetta la sfida e gioca con loro, cantando le canzoni e sputando sangue con il gruppo. Come quando il cantante li fa dividere in due, come separati da una immaginaria linea di confine, li schiera come due eserciti e li fa combattere al suono della loro musica. Un pubblico già bello carico, dunque, attende impaziente i Verdena, che salgono sul palco per una performance che per più della metà è molto elettronica, con synth, suoni e chitarre distorte. Un po’ diversi dai “vecchi Verdena”, ma che riescono comunque a realizzare un live interessante. Va però detto – e molto a malincuore- che la performance non è stata fra le migliori del gruppo. Un’acustica che restituiva dei suoni un po’ appiattiti su di loro e alcuni errori tecnici non l’hanno resa impeccabile. Sicuramente l’aspettativa era alta per un gruppo che si è sempre distinto per la qualità dei propri live e che ha spesso coinvolto il pubblico, emergendo prepotente sulla scena alternative per la loro identità forte, il loro sound preciso ed originale. Comunque un bel live, che è riuscito a coinvolgere il pubblico e che soprattutto sulla parte finale ha regalato momenti intensi, fatti di tanta grinta ed energia. Non i migliori Verdena di sempre, dunque, ma comunque un gruppo che ogni volta che sale sul palco fa la differenza e riesce a creare performance significative e memorabili. Comments comments